Fa un caldo torrido in un insediamento di case a schiera nella cintura della periferia di Roma. Qui vivono molte famiglie che non appartengono più a nessun luogo. C’è un misterioso disagio, l’atmosfera sembra dover esplodere...
Fa un caldo torrido in un insediamento di case a schiera nella cintura della periferia di Roma. Qui vivono molte famiglie che non appartengono più a nessun luogo. C’è un misterioso disagio, l’atmosfera sembra dover esplodere in qualsiasi momento. I genitori sono frustrati perché non vengono da un ambiente migliore e il tipo di vita borghese che avevano sperato è fuori dalla loro portata. Ma sono i bambini i veri protagonisti di uno shock che farà crollare l’intera impalcatura.
I fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, nati nel 1988, hanno trascorso la loro infanzia in un sobborgo di Roma, fotografando, scrivendo poesie e dipingendo. Senza aver intrapreso alcuna formazione, hanno prodotto videoclip, film per la televisione e uno spettacolo teatrale. Il loro primo lungometraggio, «La terra dell’abbastanza», è stata una delle scoperte di Panorama alla Berlinale del 2018. Quello che ci propongono ora è un film selvaggio e incredibilmente maturo che combina l’amarezza dell’immagine di un’America alla Kurt Vonnegut con un’ironia folkloristica e umana. Nei rapporti e negli eventi che i registi inscenano rigorosamente si percepisce una rabbia che difficilmente può essere superata. Dolcemente e sarcasticamente un narratore dubbioso ci guida attraverso una fiaba oscura: una storia di uomini e donne che troppo presto devono venire a patti con le loro speranze e i loro sogni infranti.
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